Nato il 12 aprile 1922 a PRATO, 21 anni.
Residente a Prato in piazza Mercatale con la famiglia: il babbo (mediatore), la mamma, un fratello ed una sorella; è il maggiore.
Lavora in una ditta di stracci; chiamato sotto le armi l’8 giugno 1942 è prima a Roma in aviazione, poi ai servizi sedentari a Tarquinia alla Scuola Paracadutisti; l’8 settembre viene mandato con un maresciallo dei carabiniere ed un altro commilitone a fare un blocco sulla strada contro l’avanzata delle truppe tedesche: hanno un moschetto e tre pallottole
Tornato a casa verso l’11-12 settembre, è disoccupato.
Sfollato alla Querce, frazione di Prato, torna a Prato nel pomeriggio del 7 marzo per andare a vedere la situazione della casa dopo il bombardamento; è stata colpita così come quella della fidanzata sfollata a San Niccolò a Agliana e va da lei in bicicletta ad avvisarla; qui alcune persone gli danno alcuni volantini sul proseguimento dello sciopero da portare a Prato che nasconde nella manopola del manubrio.
Arrestato vicino Prato, sulla via Pistoiese all’incrocio con via Curtatone, la mattina dell’8 marzo 1944 dalla Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) nell’ambito di una retata dopo gli scioperi del 4 marzo, mentre in bicicletta rientrava in città a portare i volantini; il fratello, a sua volta fermato a Prato in piazza Mercatale da un repubblichino, riesce a fuggire quando viene fermato un gruppo di persone.
Detenuto presso la Fortezza di Prato (Sede della GNR) e quindi presso le Scuole Leopoldine di Firenze.
Partito da Firenze nel pomeriggio dell’8 marzo 1944, col Trasporto n. 32 con almeno altri 337 deportati dei quali uno verrà ucciso mentre il treno è fermo nella stazione di Monzuno-Vado, tra Prato e Bologna; al Trasporto verranno aggiunti carri di deportati politici anche a Verona e a Bolzano, tra i quali almeno altri 4 toscani, per un totale di 597 immatricolati, tutti identificati.
Arrivato a Mauthausen la mattina dell’11 marzo 1944, i componenti del Trasporto verranno immatricolati con numeri compresi tra il 56885 ed il 57481.
Immatricolato col numero 57455.
Classificato con la categoria Schutzhaftlinge (deportato per motivi di sicurezza).
Mestiere dichiarato operaio.
Trasferito a EBENSEE il 25 marzo 1944.
Lavora prima alla costruzione del campo, poi è addetto allo scavo nelle gallerie; una volta di ritorno dalle gallerie viene portato “a braccetto” da Franco Franchi, altrimenti “lì chi rimaneva e cascava, era per il forno crematorio”; nel giugno viene ricoverato per qualche giorno nell’infermeria (dicendo tra l’altro che era stato ricoverato in un sanatorio), quindi sta per tre mesi in un magazzino a scegliere patate e carote e in questo periodo ha la possibilità di riposare e mangiare.
Trasferito dal 10-12 marzo 1945 a Wels II a smassare macerie.
Trasferito a Ebensee il 2 aprile 1945; viene ricoverato nel reparto tubercolotici; avevo chiesto visita e sulla sulla scheda c’era scritto “Tbc”; qui trova Bruno Paoli di Prato.
Liberato ad EBENSEE dagli americani della Compagnia “F” del 3° Reggimento di Cavalleria Meccanizzata, alle ore 14,45 del 6 maggio 1945, a 23 anni, dopo 422 giorni di Lager. Rientra a casa il 21 giugno 1945.
Per saperne di più su Dorval Vannini: La speranza tradita Regione Toscana. Pacini Editore. 1992
Il sacrificio di Prato sull’ara del Terzo Reich di Michele Di Sabato. Editrice Nuova Fortezza. 1987
Fonti dai testi, dall’intervista Devoto del 18 aprile 1988 e dall’ANED