Nato il 1° agosto 1922 a CORTONA, Arezzo, 21 anni.
Residente a Cortona con la mamma cieca ed un fratello; un fratello, Francesco (26 anni) è al Distretto Militare di Firenze, altri due fratelli, già sposati, abitano per conto loro; il babbo era morto quando era piccolo.
L’8 settembre 1943 è in Jugoslavia, in marina, e riesce a fuggire per mare e a sbarcare a Fano, da dove rientra a casa; è però ricercato da due accaniti repubblichini, un carabiniere ed un guardia comunale, e non esce di casa; non ci sono gruppi molto organizzati di partigiani e così decide di raggiungere il fratello Francesco a Firenze.
Arrestato col fratello Francesco a Firenze la mattina dell’’8 marzo 1944 da due agenti della Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) in borghese nell’ambito di una retata dopo gli scioperi del 4 marzo, mentre escono da un locale dove sono stati a prendere un caffè.
Detenuto presso le Scuole Leopoldine di Firenze; “scartato” per il viaggio, vuole rimanere col fratello.
Partito col fratello Francesco da Firenze nel pomeriggio dell’8 marzo 1944, col Trasporto n. 32 con almeno altri 337 deportati dei quali uno verrà ucciso mentre il treno è fermo nella stazione di Monzuno-Vado, tra Prato e Bologna; al Trasporto verranno aggiunti carri di deportati politici anche a Verona e a Bolzano, tra i quali almeno altri 4 toscani, per un totale di 597 immatricolati, tutti identificati; gettano bigliettini mai recapitati.
Arrivato a Mauthausen la mattina dell’11 marzo 1944, i componenti del Trasporto verranno immatricolati con numeri compresi tra il 56885 ed il 57481.
Immatricolato col numero 57249.
Classificato con la categoria Schutzhaftlinge (deportato per motivi di sicurezza).
Mestiere dichiarato tappeziere.
Trasferito a EBENSEE col fratello Francesco (matricola n. 57247).
Lavoro svolto in Lager: manovale prima all’esterno, poi in galleria
Al fratello si gonfiano le gambe e viene messo nel “Revier” (infermeria).
Riesce ad entrare in una squadra di muratori. Durante un allarme aereo non fa in tempo ad entrare con tutti nelle gallerie e si ripara in una baracca; trovato da un doberman, viene accusato di tentativo di fuga e riceve 25 bastonate. Viene sorpreso con un pezzo di latta che sta portando ad un Kapò spagnolo: accusato di sabotaggio, viene tenuto dalla sera alla mattina immerso in una vasca d’acqua con le mani legate dietro la schiena e con un cappio al collo.
Ricoverato all’infermeria, anche in conseguenza dei morsi del cane.
Liberato ad EBENSEE dagli americani della Compagnia “F” del 3° Reggimento di Cavalleria Meccanizzata, alle ore 14,45 del 6 maggio 1945, a 22 anni, dopo 422 giorni di Lager; torna che è 37 kg.
Il fratello Francesco era morto nel Revier di Ebensee il 24 maggio 1944; un fratello era stato prigioniero di guerra in Germania.
Per saperne di più su Renato e Francesco Mariotti:
LA SPERANZA TRADITA Regione Toscana. Pacini Editore – 1992
Fonti dal testo e dall’intervista Devoto del 31 maggio 1988