
Cinque anni fa Silvio Berlusconi disse “Mussolini ha fatto cose buone, ma non le leggi razziali”. Eravamo alla vigilia delle elezioni politiche, per il rinnovo di Camera e Senato e – contestualmente – di elezioni regionali che riguardarono regioni importanti come Lombardia e Lazio. Allora come oggi eravamo in campagna elettorale. Già abituati nel corso di questi decenni all’uso della memoria selettiva a fini elettorali, anche adesso – più di ieri – dobbiamo confrontarci con questo genere di strumentalizzazioni. Il riferimento adesso è alle dichiarazioni del Presidente del Quartiere 1 di Firenze Maurizio Sguanci (PD), che – commentando su Facebook le dichiarazioni del Sindaco di Amatrice – ha detto: “Fatto salvo che Mussolini è la persona più lontano da me e dal mio modo di pensare, nessuno in questo Paese ha fatto, in quattro lustri, quello che ha fatto lui in vent’anni. E purtroppo a dircelo è la storia”. Si tratta di dichiarazioni che presentano due tipologie di problematiche.
La prima. Sono il frutto di una profonda ignoranza (nel senso proprio di colui che ignora). Dalla previdenza sociale inventata da Mussolini (risale al 1898, mentre le pensioni sociali sono del 1969), alla tredicesima (sì trattò durante il ventennio di una mensilità in più destinata ai soli impiegati del settore dell’industria e non agli operai dello stesso settore, che anzi si videro aumentare le ore di lavoro giornaliero fino a 10, e 12 con gli straordinari non rifiutabili. Mentre la vera tredicesima arriverà con l’accordo interconfederale per l’industria del 27 ottobre 1946, poi estesa a tutti i lavoratori con il decreto 1070/1960 del presidente della Repubblica), fino alla contingente questione della ricostruzione dopo terremoti, particolarmente sentita per l’anniversario del Belice, Amatrice, L’Aquila. Al Presidente Sguanci basterebbe andare sul sito dell’INGV, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, per scoprire che dopo il terremoto del Vulture (Lucania, 23 luglio 1930), il regime intervenne, ma dopo un anno la ricostruzione era solo parziale. Per la propaganda “Mussolini ricostruì tutto in tre mesi”. E’ anche questo semplicemente falso.
Potremmo continuare per pagine e pagine e – insieme alla proverbiali bonifiche delle paludi pontine e che dire dei treni che arrivavano perfettamente in orario dimenticando ovviamente che alcuni di essi conducevano a Mauthausen o Auschwitz – racconteremmo di una serie di limiti molto pesanti, lontani anni luce dal “nessuno in questo Paese ha fatto, in quattro lustri, quello che ha fatto lui in vent’anni”.
La seconda riguarda proprio il tema a cui accennavamo prima, ovvero, la memoria selettiva. Una “memoria”, buona per la propaganda e/o in campagna elettorale, che giudica un fenomeno complesso come un ventennio di dittatura liberticida estrapolando solo le cose buone o presunte tale. Roberto Benigni una volta scherzando (ma non troppo) su questo tema disse: “quando usciva di casa la mattina anche Pietro Pacciani diceva buongiorno”. Infatti, così non funziona. Dimenticare un regime, una dittatura che ha tolto la libertà agli italiani (il delitto Matteotti dice qualcosa al Presidente del Quartiere 1?), che ha sviluppato una esperienza coloniale da farci vergognare per i prossimi secoli, che ha varato e applicato le leggi razziali, che ha trascinato l’Italia in una guerra disastrosa al fianco di Hitler, che ha caricato degli italiani (che patriota!) su dei treni piombati per consegnarli all’orrore dei Lager nazisti sparsi per l’Europa, significa non avere nessuna memoria.
Ci rivolgiamo direttamente a lei, presidente Sguanci, si dimetta, compia un gesto concreto, per rispetto della nostra Associazione per rispetto dei suoi colleghi Sindaci, Assessori, Consiglieri e Presidenti di Quartiere che sul nostro territorio, si adoperano quotidianamente insieme a noi, per affermare i valori dell’Antifascismo e della Resistenza, persone che lavorano al nostro fianco per ribadire che il fascismo non è un’opinione, bensì un crimine.
Si dimetta per rispettare l’appello antifascista sottoscritto lo scorso settembre in Palazzo Vecchio, che ha avuto fra i primi firmatari il sindaco di Firenze ed il gruppo consiliare del PD.
Lo faccia anche per senso di responsabilità nei confronti del suo Partito.
Se lei non dovesse sentirsi in dovere di dimettersi, allora ci rivolgiamo ai consiglieri del Quartiere 1, ponendo loro una domanda alla quale vorremmo una risposta chiara: vi sentite ancora rappresentati dal presidente Sguanci?
Alessio Ducci presidente
Tiziano Lanzini V.presidente
Daniel Vogelmann V.presidente
ANED – sezione di Firenze
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