Pensiero di Chiara, studentessa del liceo scientifico Newton

Non ricordo molto dei 32 mesi passati In quell’ inferno. Non mi ricordo rannicchiata nella mia “cuccia”ad aspettare qualche sensazione, per poi scalciare un po’ e farmi sentire. Non so se lì nel buio tra i miei pensieri, ho mai visto un raggio di sole o assaporato il gusto delle fragole. Lì, lontana da tutto, lontana da tutti tranne che dai miei continui incubi e dalle mie compagne, se cosi potevamo chiamarci. Si perché prima o poi, quell’unione, si sarebbe sciolta bastava solo del tempo.  Solo dei giorni o anche solo delle ore per vedere i corpi delle mie care compagne trasportati su quei carretti putridi e agghiaccianti Che pian piano avanzavano verso i forni crematori. Una dopo l’altra. Tutte avevamo la sensazione di poter scomparire dalla faccia della terra anche dopo un secondo, dopo un si e un no di quel diavolo maledetto con occhi rossi come fuoco. Forse cerco di ricordare tutto questo per non dimenticare,  per non impazzire, per mantenere la mente limpida e lucida affinche tutto non si ripeta più. Perché la vita è un frutto amaro se paragonata a quel  mondo dai confini spinati pieno di sofferenza, dove l’uomo non è più un uomo ed estrema agonia. Un mondo difficile, un inferno, un inferno di schiavi. Sai certe persone dopo tutto questo, impazziscono. Io per prima Dopo essere tornata dal campo per un po’ di tempo anzi ogni notte nei miei sogni sono impazzita. Mi sentivo impotente,  messa in un angolino poiché il mio compito, quello di tornare a casa sana e salva era finito. Invece no! ho capito che il mio compito iniziava lì: devo ricordare affinché la memoria, la vera memoria rimanesse viva,impressa nei secoli, per garantire amore, pace, tranquillità, e sopratutto liberta in questo strano cammino che è la vita. Dobbiamo  imparare a proteggerci e a combattere dal mondo che è là fuori, dagli altri. Da chi sa ferirti con una sola parola. Da quella folla di gente della quale non conosciamo niente. Da quel niente che può essere diverso da come lo vorremmo, un mondo coperto da sangue e violenza, da quell’odio che non so da dove nasce. È da tanto che avrei voluto scrivere. io amo scrivere è l’unica cosa che riesce a farmi raccontare  me stessa nero su bianco. La penna mi ha dato coraggio ma  non sono riuscita ad esprimere tutto quello che avrei voluto dire. Forse perché tutto verrà fuori a poco a poco, giorno per giorno. Forse per la timidezza che in fondo in fondo c’è in ognuno di noi. O molto semplicemente perché a volte il silenzio fa molto più di mille parole insieme.

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