E’ con il cuore pieno di angoscia che le sezioni della Toscana di ANED – l’Associazione Nazionale degli Ex Deportati, – tornano a lanciare un disperato grido di dolore per i fatti che anche in queste ore stanno ridisegnando il destino di migliaia e migliaia di esseri umani. Non ci occupiamo di Siria solo oggi, lo facciamo da anni e da anni proviamo a far sentire la nostra voce. Anche in Siria stiamo perdendo la nostra dignità di esseri umani. E non ci stiamo accorgendo che così facendo, stiamo perdendo l’unica e l’ultima cosa che ci rimane davvero alla fine di tutto. La nostra dignità di esseri umani.
Noi oggi torniamo a levare la nostra voce per dire che noi stiamo, siamo sempre stati e staremo sempre dalla parte dei civili. Quelle centinaia di migliaia di civili di tutte le età che in questi anni di guerra sono stati massacrati e deprivati di tutto. I morti, i feriti, gli orfani e le vedove. I nuovi deportati che sfilano sotto le nostre insegne ipocrite dove c’è scritto a caratteri cubitali – durante le date opportune – “mai più”. Il 60% della popolazione siriana fa parte oggi di una gigantesca nuova deportazione. Immaginatevi quasi 40milioni di italiani in lutto, che dopo essere stati deprivati di tutto, vengono costretti a mettersi in marcia, spogliati di tutto quanto sono riusciti a costruire nelle loro vite, per cercare rifugio fuori dall’Italia.
L’ex deportato Marcello Martini ama ripetere ai giovani che nessuno può togliere loro quello che hanno in testa e quello che hanno nelle mani, quello che pensano e quello che sanno fare: “ricordatevi però, che tutto quanto il resto potete perderlo da un giorno all’altro”. Ecco, quel “tutto quanto il resto” oggi si chiama “dignità”, e noi lo stiamo perdendo. Con la nostra inerzia, la nostra rassegnazione, il nostro disinteresse, con la nostra involontaria complicità, con la distanza di sicurezza che stiamo frapponendo tra noi e quelle vite e quelle morti. Persa la nostra dignità non avremo più niente. Potremo solo recarci domani a comprare il modello aggiornato del nostro telefonino. Ed allora se l’essere umano oggi si è ridotto a questo, è diventato davvero poca e povera cosa. Per questo chiediamo a tutti di far sentire la propria voce, di scrivere ai giornali, di chiamare le radio, le televisioni, di animare i social network ed i siti internet, di convocare consigli comunali straordinari, di indire manifestazioni, di intraprendere anche iniziative individuali non violente di ribellione, di far circolare ovunque messaggi che sappiano davvero chiedere di fermarsi e di fermare questa guerra in Siria.
ANED Toscana
Alessio Mantellassi – Empoli
Alessio Ducci – Firenze
Laura Geloni – Pisa
Giancarlo Biagini – Prato
Camilla Brunelli – Museo della Deportazione di Prato
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