“Perché visitiamo i campi?”
“Per ricordare.” E’ questa di solito l’affermazione con cui i ragazzi rispondono al quesito.A nostro parere non è solo questo. Noi abbiamo intrapreso il “viaggio della memoria” perché quello che è accaduto non appartiene alla società del passato, ma a quella attuale e presente.
La facilità con cui Hitler e Mussolini salirono al potere infatti, fa presupporre che tutto ciò può ripetersi, perché molto dipende dalle scelte della comunità, che spesso si aggrappa all’opzione più semplice.
Nel caso della Germania, l’inflazione, salita a livelli mai visti in precedenza, aveva ridotto in povertà gran parte della popolazione e l’uomo che le tese una mano, promettendo ricchezza e forza, fu Adolf Hitler, le cui teorie contro gli ebrei non avevano suscitato sdegno, dato che le stragi antisemite c’erano sempre state e avevano raggiunto il culmine con i pogrom russi.
Il regime di Hitler si fondava sul modello di quello di Mussolini, che successivamente non avrebbe esitato a mandare a morire decine di migliaia di persone. L’alternativa al regime era quella di contrastarlo, ma ciò comportava la deportazione nei campi di lavoro e, di conseguenza, molto spesso la morte, causata non solo da dolori fisici ma anche mentali, portati dall’umiliazione e dalla bestializzazione.
Per questo ci ha tanto colpito il coraggio degli ex deportati di tornare nei campi!
Un’altra cosa che ci è rimasta impressa è l’indifferenza della popolazione locale che non rispetta i luoghi e, di conseguenza, i deportati e tutti coloro che vogliono diventare testimoni di tutto ciò per sviluppare gli “anticorpi” e non ripetere l’orrore in futuro.
Il fatto che i nazisti riuscissero a rendere “nulla “quella che è senza dubbio l’arma più micidiale di cui ogni uomo dispone, il pensiero, ci mostra come tutto il funzionamento del sistema fu curato nei minimi dettagli. Nonostante ciò le eccezioni sono sempre esistite ed esisteranno sempre: ne sono un esempio un gruppetto di deportati russi i quali, come ci è stato raccontato al campo di Mauthausen, non hanno mai ceduto agli ideali nazi-fascisti.
A nostro parere dobbiamo trarre esempio da questi uomini, ridotti a numeri, che nonostante le oscene condizioni di vita a cui venivano sottoposti, sono riusciti a trovare la forza di ribellarsi.
Gli studenti delle terze medie del Comune di Firenze
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